“Parigi è sempre una buona idea” , diceva la divina Audrey Hepburn nel delizioso film Sabrina. Lo è davvero. Le ragioni sono tante, ma tout court possiamo affermare che  responsabile è semplicemente il suo inesauribile fascino senza tempo.

Al di là dell’imperiale grandeur dell’architettura hausmanniana, comune denominatore dello stile cittadino, ogni arrondissement ha le sue peculiarità, le sue boutique, i suoi ristorantini tipici, i suoi parchi, i suoi angoli di poesia urbana.

Nonostante a Parigi io abbia vissuto per qualche mese e sia stata in visita almeno una dozzina di volte, sarei pronta a tornarci a vivere domani.
Purtroppo devo ammettere che non è una città a misura di bambino. Con la sua ampiezza, le sue profondissime metropolitane che sembrano portare giù insieme a Verne nel centro della terra, con la fretta e la scortesia dilagante tra gli abitanti, con i suoi locali dagli spazi angusti in cui far entrare un passeggino è impossibile (figurarsi trovarci un bagno dotato di fasciatoio!), Parigi non è esattamente una metropoli baby friendly. Con la bella stagione le cose si fanno un po’ più semplici, si può mangiare fuori, camminare spingendo il passeggino o tenendo i bimbi per mano attraverso parchi e luoghi d’interesse, evitando di stiparsi in locali e metropolitane straripanti di turisti o pendolari.

Di seguito qualche dritta per un itinerario pedonale un po’ fuori dalle comuni rotte, off the beaten path, nella ville Lumière, dedicati a chi ha già visitato Parigi e i suoi highlights. Per itinerari più classici vedi i prossimi post.

Parc du Luxembourg – Panthéon – Arène de Lutèce – Rue Mouffetard – La Mosquée – Jardins de Plantes – Rue Crémieux – Promenade Plantée

Iniziamo dalla Rive gauche e dal mio parco cittadino preferito, il ben curato Parc du Luxembourg che raggiunge il suo massimo splendore nei mesi primaverili ed estivi. Molto frequentato dagli stessi parigini, è il luogo ideale dove prendersi una pausa e leggersi il giornale, circondati da aiuole perfette e traboccanti di fiori. I bambini si affollano intorno alla vasca in cui fanno navigare i mini velieri in legno (a noleggio presso il baracchino appena dietro la vasca) mentre giovani dal corpo scolpito corrono su e giù per i viali alberati.

Procediamo poi in direzione del Panthéon per imboccare rue Descartes e la famigerata rue Mouffetard, i cui locali in passato erano il ritrovo di artisti e scrittori (un giovanissimo Hemingway abitò a pochi metri da Place Contrescarpe, Verlaine aveva uno studio in via Descartes…), mentre oggi sono affollati di studenti chiassosi e turisti affamati. Consiglio di percorrere fino in fondo questa deliziosa via pedonale, dal momento che i migliori negozi di formaggi, frutta e verdura oltre che le migliori vinerie e boulangerie si trovano nella parte finale. Godetevi i murales che abbelliscono i muri e se avete tempo fate una sosta alla Maison des tartes, che da anni ci allieta con le sue meravigliose quiche e la sua impareggiabile limonata alla zenzero.

Dopo una breve sosta ai pochissimi resti dell’Arène de Lutèce, anfiteatro gallo-romano del I sec. d.C., ci dirigiamo verso la Mosquée de Paris, moschea cittadina, ma anche hammam, ristorante (che personalmente sconsiglio per il rapporto qualità-prezzo sfavorevole) e soprattutto sala da tè da mille e una notte. Ogni volta che torno a Parigi è d’obbligo una sosta qui, con un fumante tè alla menta e i dolcetti arabi tra specchietti, maioliche variopinte e voraci passerotti. Se non riuscite a visitare le simpatiche serre, sempre gradite ai più piccoli, passate almeno attraverso i viali del giardino botanico Jardin des plantes, per poi attraversare la Senna percorrendo il Pont d’Austerlitz e ritrovarvi sulla rive droite.

Qui procedete cartina alla mano in direzione di Rue Crémieux, una breve strada pedonale acciottolata che porta un ventata di colore nella capitale. Le villette a schiera di questa via, costruite a metà del XIX secolo per ospitare la popolazione operaia, oggi sono un tripudio di facciate variopinte, di trompe l’oeil e di altre decorazioni. Negli anni Rue Crémieux è diventata una destinazione popolare tra gli influencer dei social al punto che gli abitanti della via multicolore, costantemente disturbati da folle di fanatici con smartphone e selfie stick alla mano, sono insorti e hanno presentato un esposto alla municipalità. Siate discreti quindi e cercate di non soffermarvi troppo tra le irresistibili facciate color pastello di questa stradina che è stata paragonata alla londinese Portobello Road.

L’ultima tappa di questo tour a piedi è la Promenade Plantée, nota anche come Coulée verte René-Dumont, giardino sopraelevato che sorge sul Viaduct des arts, viadotto ferroviario della linea Bastille, in disuso da decenni, riconvertito in parco urbano. Anche le volte al di sotto del viadotto, che si sviluppa per 4,7 km tra Bastille e il Boulevard périphérique di Parigi, sono state oggetto di recupero e oggi ospitano laboratori artigiani e spazi espositivi.

La tranquilla passeggiata su questo viadotto, tra aiuole curate e piante spontanee cresciute durante il periodo di abbandono, offre interessanti spunti botanici oltre che inediti scorci sulla città. (Nota: Per i passeggini le alternative sono portarli a mano sulle scale, fortunatamente una rampa sola, oppure cercare un ascensore funzionante in corrispondenza dei punti di accesso).

 

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