Propongo qui un altro itinerario defilato rispetto alle principali rotte turistiche, che si sviluppa tra il 13° e il 14° arrondissement.

China town – Butte aux cailles –  Cité Floral – Parc Montsouris – Cité International Universitaire de Paris

La Chinatown parigina, che si estende nel  13° arrondissement, indicativamente nella zona compresa tra Avenue de Choisy, Avenue d’Ivry e Rue Tolbiac, pullula di erboristerie, negozi di tè, supermercati (segnalo il Tang Frères) traboccanti di specialità asiatiche e ristoranti cinesi, vietnamiti, tailandesi, laotiani e cambogiani. Se siete amanti della cultura e della cucina orientale consiglio vivamente una sosta qui.

Raggiungete poi Butte aux cailles, uno dei quartieri con più personalità dell’intera capitale. Quartiere storicamente operaio, sede di mulini a vento, miniere di calcare ma anche di attività industriali (tintori, conciatori, macellai) legate all’uso dell’acqua del fiume Bièvre, oggi interrato, era noto per la sua insalubrità. Prende il nome dalla collina (butte) su cui sorge, acquistata da Monsieur Caille nel XVI secolo. Nelle sue stradine strette e acciottolate, tra case basse, gallerie d’arte, murales originali che decorano i muri, si respira ancora un’aria pop. Tra i suoi frequentatissimi caffè e locali economici vanno citati lo storico e intramontabile Chez Gladines, ristorante di cucina tradizionale basca dai prezzi modici e dalle porzioni abbondanti e Le Temps des Cerises, ristorante di cucina francese con menù fisso straordinariamente economico per gli standard della capitale francese.

La butte aux Cailles è il luogo ideale dove gironzolare, una sbirciata alla Chiesa di St. Anne, una sosta davanti alla storica piscina, un café noisette seduti a uno dei tavolini che occupano i marciapiedi, un tour fotografico delle più recenti opere di street art.


La Cité Floral (M Maison Blanche/ RER Cité Universitaire) stupisce e allieta come la visione di un’oasi nel mezzo del deserto. Incastonato tra alti grattacieli, questo triangolo fiorito, con i lati su Rue Lançon, Rue Brillat-Savarin e Rue Boussingault, è ciò che rimane di un insediamento ai bordi del fiume Bièvre. Dal momento che l’area era soggetta a frequenti inondazioni, nella zona prospiciente il fiume venivano costruiti solo edifici bassi e quindi più solidi. Soffermatevi sui dettagli di questo minuscolo quartiere di casette basse immerse nel verde, che è una sorta di miracolo urbano. I nomi floreali delle vie -Rue des Iris, Rue des Orchidées, Square de Mimosas-, le nuance dell’intonaco, le biciclette legate ai cancelli, le cascate di fiori, il silenzio irreale…

 

A breve distanza dalla Citè Floral sorge il Parc Montsouris, uno dei quattro grandi parchi cittadini insieme al Bois de Boulogne, al Bois de Vincennes e al Parc des Buttes Chaumont, costruiti da Napoleone III e Haussman ai quattro punti cardinali della città per intrattenere la popolazione della capitale. Progettato secondo i dettami dei giardini all’inglese, il parco, davvero gradevole, con prati in leggera pendenza, cascate e laghi, è molto frequentato dai parigini.

Potete attraversare il Parco per raggiungere la Cité International Universitaire de Paris, il complesso residenziale universitario costruito nel 1920 che può ospitare fino a 6.000 ricercatori o studenti e consta di 50 padiglioni, di cui alcuni progettati da importanti architetti, ciascuno facente capo a una nazione o a un’importante istituzione. Segnalo La Maison d’Italie, realizzata da Portaluppi e inaugurata nel 1958, La Fondation Suisse (1933) e La Maison di Brésil (1959), entrambe su progetto dell’architetto svizzero naturalizzato francese Le Corbusier.

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