Qualche giorno fa, uno di quei giorni funestati da cumuli di nere nuvole in fuga in cui cimentarsi in una gita con un bimbo in spalla è troppo un rischio, gironzolavo nella biblioteca del paesello montano in cui mi trovo in villeggiatura. Curiosando nella sezione fumetti della biblioteca mi sono imbattuta in una chicca.

Apro una breve parentesi.

Amo molto i libri. Mi piace l’odore della carta, la sua consistenza, il suo colore che ne rivela l’età. Adoro il rituale del girare le pagine, del sorreggere il libro aperto con le mani, dell’inserire il segnalibro nel momento del commiato, del sottolineare-rigorosamente a matita- i passi più significativi. Nonostante possieda un kindle e sia consapevole della sua leggerezza, praticità, infinita capienza e comodità, il cartaceo con la sua sensuale matericità supererà sempre la dematerializzazione snella ma asettica del file. Amo molto leggere sia narrativa che fumetti, categoria che difficilmente acquisto e più spesso prendo in prestito in biblioteca. Credo sia una questione di tempo e affezione, laddove a mio modesto parere l’affezione a un libro è direttamente proporzionale al tempo di lettura, troppo breve nel caso di fumetti.

Ma torniamo alla sezione fumetti della biblioteca del paesello.

È un bel volume di grande formato quello su cui ricade la mia attenzione. In copertina una grossa nave affronta un tragico mare in tempesta. È la Marion Dufresne, imbarcazione deputata all’approvvigionamento delle isole della TAAF, terres australes et antarticques français, a sud della Reunion. Le basi scientifiche situate su queste isole dipendono interamente dai rifornimenti di gasolio e derrate alimentari che arrivano puntualmente via nave ogni 6 mesi. Non esistono collegamenti aerei da o per Crozet, Saint-Paul, Amsterdam e Kerguelen, le isole della desolazione, così inaccessibili nel mezzo dell’oceano, ai confini meridionali del mondo.

Emmanuel Lepage, disegnatore, è invitato, insieme a un’altra manciata di addetti stampa e turisti dell’estremo, a prendere parte alla spedizione. Trepidante di emozione monta a bordo della Dufresne, documentando la vita a bordo e a terra, nelle basi scientifiche o sulle lande selvagge sferzate dai capricci degli elementi, dove tutto ruota intorno alla ricca fauna.

Negli acquerelli di Lepage- schizzati rigorosamente dal vivo o a memoria, mentre i fogli del blocco svolazzano nel vento, la mano gela e i pinguini si avvicinano troppo- riviviamo la sorpresa della scoperta, l’emozione dell’avventura, e ci tornano in mente tutte le letture che da bambini ci emozionavano, il vento che gonfiava le vele dei vascelli, il senso della precarietà e la sensazione di piccolezza dell’uomo di fronte alle forze primigenie della natura, il pericolo scampato e l’approdo sull’isola misteriosa. E i grandi classici del romanzo d’avventura si mischiano al racconto di Lepage, che con il suo tratto insieme realistico ed epico, restituisce al lettore una lettura intensa, vivida e carica di tensione emotiva.

Non aggiungo altro se non che farò un’eccezione e mi regalerò questo piccolo grande romanzo d’avventura illustrato.
Per chi volesse farci un pensiero, ecco il link:

Consigliato a chi da piccolo poteva restare ore incantato davanti a una cartina geografica.

Author