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Agosto 2018

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Chi pensa che la capitale della remota isola islandese sia polverosa, periferica e stagnante, troppo lontana dalle vibrazioni dei centri propulsori di mode e costumi, si sbaglia di grosso. Reykjavik, che tra centro e sobborghi conta 320.000 abitanti, i 2/3 dell’intera popolazione nazionale, è tutto un saliscendi in cui si rincorrono casette di lamiera variopinta e graziosi giardini, murales e opere di arte contemporanea, gallerie e studi di design, negozi di sport e di souvenir, bar di tendenza e graziosi caffè.

Imboccate la strada statale della Valgrisenche e procedete sulla sinistra orografica verso il fondo valle, lasciatevi alle spalle la diga con il lago artificiale di Bereguard, superate la frazione Bonne e parcheggiate lungo la carrozzabile in corrispondenza del cartello di interesse turistico marrone che indica il lago di San Grato (n.b. sulla destra, prima della discesa verso la frazione di Surier).

Abbandonate la strada statale della Valgrisenche per imboccare il bivio per Planaval. Lasciatevi alle spalle il grazioso paesino quasi interamente ristrutturato e risalite i tornanti fino alla località La Clusaz.

Lasciate la macchina nell’ultima frazione di Vetan, Vetan dessous, nel grande parcheggio sterrato alla fine della strada, poco oltre il parco giochi. Il sentiero attacca proprio ai piedi del ristorante Vetan e, dopo aver attraversato ampi pascoli, sale deciso per il bosco.

Val Ferret e Val Veny in alta stagione sono letteralmente prese d’assalto da turisti internazionali, che affollano i ristoranti e le aree picnic, macchina fotografica al collo e naso all’insù, da trekker seri, impegnati nell’alta via e da camminatori di media montagna che si avventurano fino ai più vicini rifugi.