Val Ferret e Val Veny in alta stagione sono letteralmente prese d’assalto da turisti internazionali, che affollano i ristoranti e le aree picnic, macchina fotografica al collo e naso all’insù, da trekker seri, impegnati nell’alta via e da camminatori di media montagna che si avventurano fino ai più vicini rifugi. Le mete dalle 3 ore di cammino in su non sono particolarmente affollate, ma per i bimbi piccoli da tenere per mano così come per i genitori con pargolo appollaiato sulle spalle decisamente troppo impegnative e stancanti. 
Non resta che accodarsi quindi alla folla (e se siete molto sfortunati anche al gruppo organizzato) diretta al vicino rifugio. Parcheggiate a Lavachey, in fondo alla Val Ferret, di fronte alle vasche per la pesca alla trota. È utile sapere che una volta esauriti i posti auto disponibili, la valle viene chiusa al traffico in entrata. In caso non riusciate ad arrivare in tempo (in alta stagione e nei fine settimana estivi entro le 10/10.30) servitevi dei parcheggi esterni e aspettate la navetta. Dalla frazione di Lavachey proseguite a piedi sulla carrozzabile fino a quando non incontrate il segnavia. Il sentiero principale, ampio e piuttosto ripido, con un fondo disagevole e sassoso, si inerpica quasi interamente in un bel bosco arioso con fitto sottobosco infestato di piante di lamponi. L’ultimo tratto risale un ampio prato scoprendo finalmente il grandioso panorama sulle Grandes Jorasses e sul Ghiacciaio di .

Intorno al rifugio un timido prato per il picnic (portate una coperta) o semplicemente per godersi lo spettacolo del Monte Bianco, che si staglia proprio davanti a voi. Uno degli scorci più memorabili sulle nostre Alpi.

Se condizioni meteo e dinamiche familiari ve lo consentono, potete proseguire per il Col Malatrà (2925 m).

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